Gian Maurizio Argenziano ” I Turnarounds”

9788823850132

La riforma della normativa fallimentare ha consentito agli investitori istituzionali di operare in un settore nel quale sono sempre stati assenti per i rischi civili e penali a carico dei professionisti del private equity in caso di fallimento dell' impresa acquisita nel precedente complesso contesto giuridico.

La giurisprudenza e il mercato sono tuttora in fase di maturazione, di comprensione dei cambiamenti introdotti dalla riforma e di superamento della prassi  liquidatoria da parte di Tribunali.

A fine 2009, le imprese italiane con fatturato compreso tra i 20 e i 200 milioni di Euro erano circa 7.800 (f.te Aida), di queste ben 3060 avevano un rapporto Ebtda/indebitamento netto maggiore di 5x, 1077 presentavano anche una patrimonializzazione pari a un terzo dei debiti, e 330 anche un indice di copertura degli interessi inferiore a 1.

Il sistema industriale italiano, tradizionalmente frammentato, sta vivendo cambiamenti strutturali e le operazioni di "Turnaround" possono giocare un ruolo cruciale in questo processo di rinnovamento.

E' prevedibile che gli investitori in private equity spingano per una diversificazione verso investimenti  alternativi come il turnarounds, dove il ricorso alla leva operativa diventa il fulcro della creazione di valore finanziario.

La fase di risanamento tipica del turnarounds ha una durata normalmente non estesa, fra i 12 e i 18 mesi, e prelude al successivo ciclo di sviluppo.

Le fasi di acquisizione e di gestione immediatamente successiva all'acquisto sono determinanti nel successo dell'operazione.

La definizione delle strategie nei turnarounds , la scelta e l'affiancamento del management, la presenza assidua in azienda vedono un ruolo più attivo del gestore ripetto al private equity tradizionale.

La nuova normativa fallimentare non ha apportato cambiamenti sul piano penale, ma ha introdotto novità importanti negli accordi stragiudiziali, nel concordato preventivo e nelle altre procedure concorsurali, novità  che rendono possibile prevedere le tempistiche del ciclo di investimento per gli operatori, quindi la continuazione dell' impresa.

Se tutto questo è confermato dall' avvio di alcune iniziative di raccolta di fondi di turnarounds, occorre cautela nello stimare i tempi di sviluppo di questa attività.

Il numero limitato di grandi gruppi italiani fà si che gli obiettivi di investimento siano soprattutto aziende familiari, dove aspetti psicologici e culturali rendono talvolta difficile intervenire prima che le crisi aziendali diventino irreversibili.

Ma occorrerà del tempo prima il nuovo diritto fallimentare venga applicato in toto dai tribunali.

L' esperienza tedesca , dove i primi operatori di turnarounds si sono affermati sul  mercato solo anni dopo la riforma fallimentare del 1999, non depone a favore di un rapido sviluppo del settore.

Articolo tratto dal libro " Venti anni di private equity " Ed. Egea.